L’ Ammiraglio Carlo Trucco nacque a La Spezia il 5 Giugno 1886. Dopo il liceo, il 17 novembre 1904, superò il corso per entrare nella Regia Accademia Navale di Livorno, ne uscì Guardiamarina il 5 Marzo 1908. Il suo primo imbarco avvenne nel luglio del 1905 sulla Regia Nave Vespucci. Sottotenente di vascello prestò soccorso nei luoghi devastati dal terremoto di Messina del 1908. Dal 1909 al 1911 prese parte alla IV campagna oceanica della Regia Nave Calabria.

   Partecipò alla guerra Italo-Turca a bordo della Regia Nave Vittorio Emanuele. Nel luglio del 1913 fu imbarcato sul Coatit. Di questo periodo ne avremo significativa testimonianza sia in uno dei suoi diari, sia attraverso la documentazione fotografica. Proprio durante il conflitto venne decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Affrontò la prima guerra mondiale quasi sempre in mare.

   Il 18 Maggio 1913, all'età di 27 anni, gli fu assegnato il primo comando: la Regia Cannoniera Marghera.

   Il 18 Luglio 1915, imbarcato sul Regio Incrociatore Giuseppe Garibaldi con il grado di Tenente di Vascello, in seguito al siluramento del sommergibile austriaco "U 4", comandato da Rudolf von Singule, naufragò presso la costa dalmata. 

   Dal settembre del 1918 al febbraio del 1919 entrò a far parte della Squadriglia  M.A.S. Trapani. 

   Nella primavera del 1921 fu destinato alla Direzione Artiglieria e Armamenti di Taranto.

   Il 24 Settembre 1925, previo Regio Assentimento, sposa la Marchesa Angiola Maria Staglieno, nel gennaio del 1928 nasce il figlio Alessandro, colui che ha interrotto la tradizione famigliare in Marina per intraprendere la carriera nell’Arma dei Carabinieri: mio padre.

   Nella primavera del 1929 il Capitano di Corvetta Carlo Trucco accompagnò la Famiglia Reale in crociera sul Savoia.

 

   Durante il periodo in cui fu Comandante in seconda sul Regio Esploratore Venezia strinse una cordiale e lunga amicizia con Alberto Da Zara, legame che perdurò anche negli anni che seguirono la fine del servizio attivo. Vissero insieme i gravi avvenimenti accaduti in Asia Minore. Carlo Trucco ottenne un particolare elogio dal Ministero della Marina per “l’opera pronta, efficace, generosa e moralmente degna del nome d’Italia, svolta in occasione dei gravi avvenimenti avvenuti in Asia Minore e specialmente per l’incendio della città di Smirne - 06/10/1922”.

   Dal 1 Agosto del 1930 al giugno del 1931 rivestì l’incarico di Comandante in seconda del Regio Esploratore Bari.

   Dal 13 gennaio del 1932 al 14 gennaio del 1933 ebbe il Comando del Regio Esploratore Premuda. Lo stesso giorno in cui sbarcò passò al Comando del Regio Esploratore Usodimare.

   Tra le varie destinazioni a terra ricordiamo: nel 1929 il Comando in Capo del Dipartimento Marittimo di La Spezia.

   Nel 1930 frequentò l’Istituto di Guerra Marittima.

   Nel 1931 ebbe l’incarico di Sottocapo di Stato maggiore del Comando in Capo dell’Alto Tirreno.

   Comandò la Base Navale di Venezia dal febbraio del 1935 al giugno del 1937.

   Nell’ aprile del 1939 fu destinato al Comando in Capo di La Spezia.

   Il 6 settembre dello stesso anno, con la nomina di Capo di Stato Maggiore, fu destinato al Comando Militare Marittimo della zona Elba - Piombino.

   Dal dicembre del 1940 al maggio del 1943 ebbe l’incarico di Comandante Marina Porto Ferraio.

   Nel maggio del 1943 fu destinato al Comando Marina di Fiume, fu un periodo molto breve perché ritornò urgentemente a La Spezia per essere ricoverato all’ospedale di Marina di Massa. Fu dimesso dopo qualche tempo con proposta di destinazione a terra.

   Collocato in ausiliaria nel giugno del 1942 per raggiunti limiti d’età, fu richiamato in sevizio dopo pochi giorni per esigenze eccezionali dipendenti dallo stato di guerra.

   Dal 9 settembre del 1943 al 30 dicembre del 1946 venne considerato “dislocato in territorio occupato dal nemico”.

   Fu promosso Contrammiraglio con decorrenza 1 Gennaio 1945. Entrò in congedo, transitando nella riserva, il 5 Giugno 1950.

   Tra le principali onorificenze ricevute dall'Ammiraglio Carlo Trucco nel corso della sua lunga carriera in Marina, oltre la già citata Medaglia di Bronzo al Valor Militare, ricordo la Medaglia Commemorativa istituita a memoria della Guerra Italo – Turca. A seguito della campagna di guerra 1915 -18 fu autorizzato a fregiarsi della Croce al Merito Guerra e della Medaglia Interalleata della Vittoria. Nel 1929 fu nominato Cavaliere della Corona d’Italia; nel 1936 Commendatore della Corona d’Italia. Sempre nel 36 ricevette la Croce d’oro per anzianità di servizio. Nel 1940 fu autorizzato a fregiarsi della Medaglia Commemorativa della Spedizione in Albania. Durante la Campagna di guerra 1940 – 1943 ricevette l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro. Nel 1943 fu nominato Grand’ Ufficiale della Corona d’Italia.

   Il 28 giugno del 1950, abbandonato definitivamente il servizio attivo si ritirò, accompagnato dalla moglie Ange, a La Spezia, città dove vivevano i suoi più stretti familiari. Gli ultimi anni li trascorse tra le colline del parmense vicino al figlio Alessandro, alla nuora e ai nipoti. L’Ammiraglio Carlo Trucco morì il 4 Dicembre del 1974 all’età di ottantotto anni. Riposa nella Cappella della famiglia Staglieno nel cimitero di Vizzola (PR).

 

Estratto dal Diario del Sotto Tenente di Vascello Carlo Trucco al Comando della Regia Cannoniera Marghera, Ancona, 18 Maggio 1913.

    “La mia nuova destinazione ha del misterioso perché a bordo del Volta nessuno mi sa dire sul momento dove io sia precisamente destinato; non si sa altro che debbo partire al più presto possibile e, per tali ragioni, vengo esentato da ogni visita ufficiale sia a bordo, sia al Comando in Capo. Preparo i miei bauli in un stato d’animo speciale: è la prima volta che mi capita di andare verso l’ignoto!

    Mentre sono in faccende, arriva il Tenente di bordo il quale mi annunzia, con grande giubilo, che sono destinato al Comando di una Cannoniera lagunare che dovrà recarsi sul lago di Scutari in Albania.

    Questo, certamente, è il momento più bello della vita di un marinaio! Io credo che se un giorno, per caso, dovessi raggiungere il grado di ammiraglio e assumere il Comando di una squadra proverei un’ impressione certo minore di orgoglio e di compiacimento. L’ideale supremo di un Ufficiale di Marina è quello di avere un Comando, di avere una nave, sia pure minuscola, che obbedisca ai propri voleri, il cui andamento di navigazione e di organizzazione interna sia lo specchio fedele della propria abilità.

    Ma a questa idea ci si abitua, in generale, piano piano. Si sa, purtroppo, che non prima dei 35 o 36 anni si ha il Comando di una piccola Torpediniera; e prima di arrivare a questo, nelle destinazioni di squadra, sfiorisce un tantino l’entusiasmo giovanile per lasciare il posto a una più calma e serena aspettativa che rende, io credo, molto meno soddisfacente la presa di possesso, diciamo così, dell’ambito Comando.

   Nel mio caso, invece, tutto si svolge nel modo più lusinghiero: da appena sei o sette mesi ho iniziato il Comando di guardia e già sono stato chiamato al Comando di una Cannoniera, che, date le caratteristiche eminentemente lagunari, dovrà compiere una non facile traversata per recarsi in un luogo ove certamente non mancheranno missioni di una certa difficoltà e importanza.

   Quale soddisfazione maggiore può avere un Ufficiale nella sua carriera? Mi domando io, attonito, in questo solenne momento della mia esistenza marinara……”

 

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